- Voglio inseguire i miei sogni: la dolce utopia e la cruda realtà
- I nuovi ricchi, il cambio di mentalità e il mondo del marketing digitale: i vantaggi dell’affiliate marketing
- L’affiliate marketing: che cos’è e come funziona?
- Il paid advertising, ovvero le campagne a pagamento
- Le fonti di traffico
- Cosa si può vendere con le affiliazioni?
- Dritti al punto: come guadagnare con le affiliazioni e da dove partire? Consigli pratici e immediati!
- Conclusioni, ovvero che cosa tenere assolutamente a mente di tutta questa lunga guida
Voglio inseguire i miei sogni: la dolce utopia e la cruda realtà.
Lo so, sei arrivato qui perché hai sentito parlare dei nuovi ricchi, ragazzi poco più che ventenni che guadagnano camionate di soldi senza nemmeno avere un blog, un canale YouTube e senza nemmeno esporsi personalmente.
Non è una leggenda, è la verità!
Tutto questo è possibile grazie all’affiliate marketing! Tra pochissimo ti parlerò di cos’è e di come entrare in questo mondo.
Quella che stai per leggere è veramente una guida completa, ricchissima di spunti, suggerimenti e consigli su come guadagnare con le affiliazioni.
Si tratta di un business tra i più profittevoli che si possano avviare…anzi…direi che, allo stato attuale, è certamente la strada più remunerativa tra tutti i lavori online e da remoto.
Non perdere l’occasione di leggere tutto sino alla fine, perché il mondo dell’affiliate marketing è un miniera d’oro! Dovrai spenderci un po’ di tempo ma sono certo che ne varrà assolutamente la pena.
Prima, però, come in ogni buona storia che si rispetti, lascia che ti narri l’antefatto.
Sì, perché questo non sarà solo un articolo di approfondimento, completo e professionale, ma anche un piccolo viaggio che voglio tu faccia con me, in un mondo che considero tuttora ricco di misteri (e di soddisfazioni) sempre nuovi da scoprire: il marketing sul web e le possibilità di crearsi un profitto lavorando con le affiliazioni e sfruttando le entrate passive.
Non lo so tu, ma io, sin da piccolo, avevo una sola ossessione e, Cristo, se era forte: volevo costruirmi un futuro economicamente stabile che mi permettesse di viaggiare, di vivere la mia vita senza dover sottostare alla legge del criceto, senza dover correre a perdifiato su una ruota che non si ferma mai.
Una corsa che non disegna una strada davanti a te, ma che sempre se ne sta immobile, sul posto, impedendoti di crescere, di vedere, di goderti l’unica vita che ti è stata concessa!
Ho iniziato a sviluppare siti web sin dall’età di 13 anni, ma, per me, era solo un gioco, un divertimento un passatempo. Eppure quell’ossessione restava.
Come tutti, però, ho scelto la strada più semplice: guadagno immediato, lavoro sicuro e tutti i miei sogni rinchiusi in un cassetto, a marcire.
Lo stipendio era buono, quando lavoravo in fabbrica. Mi portavo a casa anche più di 2000 € al mese e non dovevo pagare un affitto, perché vivevo ancora dai miei.
Ma non ero felice. Anzi ero alienato, ero frustrato, ero triste. Avevo accantonato ogni idea che, da bimbo, mi aveva permesso di diventare adulto con entusiasmo.
E questo perché avevo paura. Volevo sicurezze e ogni forma di incertezza non doveva essere presente nella mia esistenza.
Poi, un giorno, ho letto questa frase di Emanuele Trevi:
“Se dietro ogni spavento ci sta un Dio, noi non possiamo sempre bestemmiare curandoci dello spavento.”
Beh, ho iniziato a pensare che la cura del timore non è soluzione alle paure. Le paure ci saranno sempre, il futuro non è qualcosa di pianificabile a tavolino. Forse questo è anche il bello dell’esistenza: la sua imprevedibilità.
Non potevo cercare in continuazione di tacitare le mie fobie, dovevo immergermi in esse e, al massimo, avrei fallito sapendo di averci provato.
Tra desiderio e azione, tuttavia, c’è un abisso: ci ho messo mesi a decidermi ma poi, grazie anche alle inattese parole di un parente, ho deciso di lasciare il mio lavoro sicuro e di gettarmi nel mondo del web senza remore.
Ho seguito un corso di HTML e CSS, poi di PHP, poi di SEO e, infine, di Graphic Design. Volevo avere una prospettiva più completa possibile. Ci ho messo pochissimo a capire dove ero più bravo e cosa dovevo fare.
Ci ho messo pochissimo anche a rendermi conto che mi piaceva, cazzo se mi piaceva! Studiavo con entusiasmo, non solo perché tutto era nuovo: dentro di me si muoveva la consapevolezza che stavo facendo i primi passi verso la mia nuova vita.
Lo so, avrai già sentito mille volte questa storia, l’eterna favoletta della rivincita di chi ci crede, di chi si riscatta da una vita difficile, di chi ce l’ha fatta con le proprie forze e con l’impegno.
Beh, ti sbagli!
E anch’io mi sbagliavo: dopo aver aperto la P.IVA come web developer, ho lavorato a progetti altrui per 5 lunghissimi anni. Operavo da remoto, è vero: non ero più costretto a sottostare alle tempistiche altrui. Decidevo io come e quando mettermi davanti allo schermo. E quando lo facevo potevo starci anche per 10/12 ore al giorno.
Nel frattempo ho avuto la possibilità di trasferirmi alle Canarie, di prendermi un bell’appartamento da solo e di realizzare una parte del mio desiderio di indipendenza.
Eppure non ero comunque felice. O meglio: lo ero molto più di prima, ma, dentro di me, si muoveva sempre una forma di insoddisfazione, come se qualcosa mancasse.
Tutta questa lunga introduzione, tutti questi preamboli per dirti che sono ancora insoddisfatto? Domanda lecita, la tua.
Beh, in parte hai ragione e in parte no.
Come sai questo è un articolo sull’affiliate marketing e di questo ti parlerò. L’incipit sulla mia biografia serve solo a una cosa: dimostrarti come diventare un IM (internet marketer) sia stata per me la svolta definitiva, quella che mi ha reso più felice, più libero, più soddisfatto.
Certo, non sono nessuno nel mondo dell’affiliate e non mi posso paragonare a Dario Vignali né a Filippo Martin (il cui corso Roi Martin è una tappa imprescindibile per chi volesse intraprendere questa professione; avrò modo di parlartene ampiamente).
Tuttavia, piano piano, a forza di tentativi ed errori sono riuscito a ricavarmi la mia fetta di mercato e a lasciare, progressivamente, anche l’aspetto del web development, che continuo a studiare ma per me stesso, non per soddisfare le esigenze altrui, spesso esagerate in rapporto al budget messo in gioco.
Tutto, in effetti, è partito da questa considerazione: perché dovevo scervellarmi per progetti altrui, guadagnando solo una parte di ciò che il mondo digitale mi poteva garantire, quando avevo tutte le competenze per provare a lanciare un mio progetto?
Questa è stata la domanda chiave e la replica è stata, ancora una volta: se dietro alla paura c’è un Dio, non possiamo continuare a bestemmiarlo cercando di curarci dalla paura.
La risposta, come ti dicevo, mi è stata chiara sin da subito: l’unico ambito professionale che mi può portare guadagni elevati, in questo momento storico, è l’affiliate marketing.
Lì fuori ci sono migliaia di ragazzini che guadagnano centinaia di migliaia di dollari con questo sistema.
Lì fuori, inoltre, ci sono miliardi di persone che, ogni santissimo giorno, passano ore e ore davanti allo schermo per un numero infinito di ragioni: svago, lavoro, ricerca, passione, curiosità.
Ognuno di loro è un potenziale cliente perché ognuno di loro ha una passione e ognuno di loro acquista, quasi giornalmente, qualcosa sul web.
E allora ti faccio una domanda, che forse avrai già sentito decine di volte: se ognuno di loro ti pagasse un caffè (1€) al mese, quanti milioni avresti in banca?
E quanto ci vuole a ottenere quell’€? Non è facile, lo so, ma è possibile. E cercherò di dimostrartelo nelle prossime righe.
Non esiste una formula magica e io non sono un mercante di sogni.
Ci vuole impegno e costanza, ci vuole studio, ci vuole spirito d’impresa e voglia di rischiare, ma, con le dritte giuste e con il corretto approccio, lì fuori, nel mondo, c’è una frazione corposa di business che aspetta solo te.
Attenzione, però: il 99% di coloro che leggeranno questo articolo non otterranno risultati. Già, perché non tutti possono farcela e districarsi nel mondo delle affiliazioni non è per niente facile.
È necessario operare un cambio di prospettiva, ovvero smettere di osservare il mondo attraverso categorie preimpostate, attraverso, dunque, qualcosa che ci viene fornito dagli altri sotto forma di strumento.
Non ti sto dicendo che l’osservazione non sia importante (anzi, come vedrai, è fondamentale!) ma il metodo non deve per forza essere quello che è comunemente ritenuto come il più corretto.
Certo, si impara dagli altri, spesso più esperti e navigati di noi, ma sarebbe ingenuo fermarsi a questo.
Il marketing è, a mio avviso, una continua ricerca di innovazione, è la volontà di scoprire potenzialità non ancora emerse, è capacità di sfruttare situazioni normali per alcuni che divengono miniere d’oro per altri.
Porsi continue domande è fondamentale, perché è nelle pieghe di queste ultime che si celano le risposte, ammesso che ce ne siano… 😉
E…un’altra cosa, prima di iniziare: come tutte le imprese, inizialmente, è possibile che tu debba confrontarti con strategie fallimentari, che alcuni investimenti non vadano a buon fine, che la tua interpretazione dei fatti risulti, se non errata, per lo meno non fruttuosa come speravi.
Non demordere!
Io ho imparato che, da un giorno all’altro, le cose possono cambiare all’improvviso e azzeccare il giusto approccio può modificare radicalmente il tuo futuro professionale.
Anche gli errori, banale sottolinearlo, fungeranno da ago della bussola e ti saranno utili per capire anzitutto che cosa non devi più fare.
Osservare con un occhio critico il proprio lavoro e quello degli altri è una caratteristica fondamentale per un buon internet marketer.
Quindi non limitarti a studiare le guide che trovi sul web, non credere che basti solo padroneggiare tecniche e strumenti, ma amplia il più possibile le tue prospettive, perché, oggi, il mondo intero (compresa la sua etica) è misurato in termini di successo o insuccesso in ambito di marketing e vendite; perciò non si tratta più di acquisire competenze relative a un semplice ramo specialistico, ma di abbracciare una visione antropologica completa e complessa.
Leggi, impara, informati più che puoi.
Ti ho raccontato tutto questo perché adesso ti spiegherò nel dettaglio che cos’è l’affiliate marketing, come funziona, come iniziare e come guadagnare in modo serio e professionale. Mettiti bello comodo che di cose da dire ce ne sono a bizzeffe e io ho il brutto vizio di voler essere sempre il più esaustivo possibile!
Ma quali sono i vantaggi dell’affiliate e perché scegliere proprio questo modello di business? Te lo spiego nel prossimo paragrafo!
Benvenuto nel meraviglioso mondo dell’Affiliate Marketing!
Buon viaggio!
I nuovi ricchi, il cambio di mentalità e il mondo del marketing digitale: i vantaggi dell’affiliate marketing
Come ti ho detto nel capitolo precedente, l’approccio corretto al mondo del marketing è quello che instaura un nuovo mindset, ovvero uno stato mentale differente, capace di vedere opportunità dove vecchi modelli di business scorgevano solo saturazione e prospettive limitate.
Una frase che sento ripetere spesso è la seguente: “Insanity is doing the same thing over and over again and expecting different results.”, ovvero “La follia consiste nel ripetere quotidianamente le stesse cose aspettandosi risultati differenti”.
Erroneamente questa massima viene attribuita a Albert Einstein o ancora a Mark Twain o a Benjamin Franklin. A noi poco importa la paternità del concetto e vogliamo concentrarci sul suo significato.
Se un approccio non funziona o ha dimostrato i suoi limiti, è stolto perseverare.
Il primo passo da fare, quindi, è quello di uscire dallo schema fisso delle proprie abitudini e adottare un atteggiamento differente.
Sembra una cosa molto difficile (e, per certi versi, lo è) ma basta iniziare da piccole cose, siano anche essi semplici atti pratici giornalieri.
Osserva la tua giornata e, ogni volta che stai per compiere un gesto in maniera meccanica, cambialo. Non lasciarti vivere dall’abito, ma indossane uno che tu hai scelto.
Lo so, per ora sembra tutto così assurdo e di difficile comprensione, ma spero che in questo articolo le cose ti diventeranno, a mano a mano, più chiare.
Prova solo ad immaginare quanti degli attuali imprenditori digitali, che fatturano centinaia di migliaia di € (o Dollari) l’anno, hanno cominciato la loro attività sui vari social network inseguiti da pregiudizi, risa e scherno.
I loro comportamenti, le loro azioni non rientravano nella mentalità imprenditoriale in voga al momento: i vecchi media avevano ancora un’importanza predominante e il mondo del web era visto solo come una distrazione, un passatempo (abbastanza deleterio, per altro) per le ore libere.
Quelle che, sino a pochi anni fa, erano piattaforme di puro intrattenimento sono diventate, con il tempo, degli Eldorado per chi ha saputo annusare l’aria, o per quelli che hanno avuto la fortuna di avere successo in un mondo che non aveva ancora mostrato tutte le sue enormi potenzialità.
Questi sono i cosiddetti nuovi ricchi e non è ancora troppo tardi per diventarne degli esponenti di tutto rispetto!
Il termine inglese, coniato per l’occasione (new rich) li colloca all’interno di un insieme ben definito: si tratta di giovani o giovanissimi (spesso poco più che ventenni) che hanno saputo osservare il mondo da una prospettiva più contemporanea, stravolgendo approcci e modi di vedere dell’imprenditoria tradizionale.
Il denaro e la pensione non sono obiettivi. La vera valuta sono il tempo della propria vita e la felicità!
Non raccontiamocela, però: i soldi sono un grimaldello, tuttavia non vanno visti come unico fine.
Lo scopo è quello di poter lavorare seguendo le proprie passioni, senza orari, senza timbrare un cartellino, senza correre sulla ruota del criceto 24 ore al giorno ma senza nemmeno distinguere i concetti di lavoro e ferie.
Ecco un punto fondamentale: uscire non solo dalla propria zona di comfort e dalle schematiche prefissate operativamente parlando, ma anche cambiare vocabolario, accorgersi che un certo linguaggio non rispecchia più la realtà.
Si tratta di voler muovere i primi passi all’interno di una nuova classe sociale che, con la pandemia del 2019/2020, la diffusione di massa del concetto di smart working e la crisi economica, ha sempre più adepti o, meglio, sempre più inseguitori.
Ciò avviene profondendo un’enorme dose di impegno, perché diventare imprenditori di sé stessi non è semplice, ma può essere una svolta decisiva all’interno di un’esistenza stantia e cementificata.
Ricordati solo un’ultima cosa: non è (quasi) mai la fortuna o il caso a portare a grandi risultati, ma è sempre la determinazione. Te lo ripeto ancora una volta perché tu non creda che basti leggere una guida come questa per risolvere definitivamente ogni tuo problema.
Quello che voglio fare io, in questo articolo, è cercare di spiegarti che cos’è l’affiliate marketing, partendo dalle mie esperienze personali e indicarti una via per entrare a far parte di quella piccola percentuale che ce l’ha fatta!
Sai, però, veramente, qual è il punto su cui voglio premere in questo post? La realtà dei fatti.
Il web è pieno di life coach e nuovi guru che ti insegnano come costruirti un futuro raggiante…
Tuttavia la triste verità è che NON esiste un metodo né un approccio standard per cambiare la tua vita.
La triste verità è che per il 99% delle persone che leggeranno questo articolo (o altre migliaia di altre guide sul web) non cambierà proprio nulla e, spento lo schermo, tutto tornerà come prima.
Il secondo aspetto è questo: se vuoi diventare un nuovo ricco, se vuoi davvero provare a cambiare la tua vita dovrai concentrarti su un solo aspetto: le rendite passive.
Con questo termine si intendono tutte quelle attività che, una volta intraprese, portano profitto senza richiedere ulteriori sforzi per continuare ad essere profittevoli.
In questo senso, dunque, l’affiliate marketing è la via d’accesso più diretta e, sicuramente, la più adatta alla bisogna.
Solo attraverso le affiliazioni potrai raggiungere un certo grado di libertà, qui intesa come emancipazione da uno status in cui il lavoro occupa gran parte della tua giornata.
Non basta dunque cambiare mindset, accedere alle opportunità del mondo digitale e sfruttare al massimo i nuovi canali di comunicazione.
Per questo sei già in ritardo: diventare influencer non è da tutti, ci vuole personalità, ci vuole carisma, ci vuole anche saper sfruttare il momento opportuno.
Un imprenditore digitale, poi, ammesso che abbia successo, dovrà lavorare 24 ore al giorno, perché gli algoritmi, il giogo sotto cui tutti noi ci pieghiamo, non dormono mai!
A questo punto tu ti ritroveresti nuovamente a dover vivere per lavorare. Avresti solo cambiato tipologia ma resteresti comunque impantanato nelle stesse dinamiche.
Le rendite passive sono invece frutto di un lavoro che porta ad un aumento costante dei profitti a fronte di un impegno relativo decrescente.
Ecco perché i nuovi ricchi, una volta adottato un sistema di rendite passive, ne cercano presto un altro, in maniera tale da differenziare e non dover aumentare la mole di lavoro affinché il reddito stesso cresca.
Differenziazione e scalabilità sono altri due concetti che, assieme al principio di realtà e a quello dell’uscita dalle proprie abitudini consolidate, dovrai sempre tenere a mente.
Una volta realizzato un business che frutterà delle rendite passive, per un certo periodo di tempo, potrai dedicarti solo ed esclusivamente a te stesso perché quell’attività si autosostenterà da sola, senza che tu debba profondere alcuno sforzo ulteriore.
A quel punto, però, dopo un periodo di “inattività” lavorativa dovrai cercare altri progetti a cui dedicarti. Se, infatti, le rendite dal tuo primo modello di business dovessero interrompersi o diminuire drasticamente, non devi correre il rischio di trovarti in braghe di tela.
Dunque, differenziare! Dovrai costruirti una serie di rendite passive che ti permetteranno di non fare affidamento esclusivamente su un’unica fonte di reddito. I soldi non piovono dal cielo e non trovo giusto raccontarti che giungerai mai ad una stabilità definitiva e immodificabile.
Quello che hanno capito i nuovi ricchi è semplice: tempo e libertà di agire si conseguono a tempi alterni. Ci saranno dei mesi in cui dovrai dedicarti anima e corpo a un progetto, mentre altri mesi potrai sederti sugli allori dei tuoi sforzi.
Sempre meglio che rincorrere uno stipendio o delle rendite attive che non ti danno mai tregua, non è vero?
Ho fatto per anni il web developer, anche con un discreto successo. Nulla di enorme, chiariamoci, ma ho raggiunto un buon livello di competenze e ho potuto svincolarmi dalla mia famiglia, e da una nazione che mi stava stretta.
Volevo vivere alle Canarie e ce l’ho fatta. Dopo un po’, tuttavia, ho sentito nuovamente di essere intrappolato in un sistema che mi impediva di prendermi cura di me stesso e così ho sondato differenti possibilità: avevo un buon stipendio, ma, come ti ho già detto, i soldi, per me, non sono tutto.
Ricerco piuttosto la possibilità di vivere la mia vita.
Ecco perché mi sono rivolto all’universo delle affiliazioni ed ecco perché sto ancora lavorando sulle entrate passive: sono, a mio avviso, l’unica vera possibilità di poter lavorare senza che il lavoro stesso consumi ogni altra possibilità della nostra vita.
Ti do anche un’altra breve dritta, che svilupperò nelle parti successive dell’articolo: le rendite passive derivano soprattutto dalle attività di SEO.
Non si ottiene certo un profitto immediato – come nel paid advertising – però, nel lungo termine, può condurre a risultati molto più soddisfacenti!
Il lato negativo della SEO è la crescita lenta e l’affidare ad algoritmi altrui i destini della propria impresa. Avrò modo di essere più chiaro anche su questo aspetto.
Non sono nessuno, sappilo, ma piano piano sto costruendo i miei business avvicinandomi sempre più a quello che desidero: maggiori entrate passive significa maggior tempo per me!
Tutto questo lo sto ottenendo grazie all’impegno e alla dedizione, ma anche grazie all’osservazione della realtà.
Ricordati sempre che, all’aumentare del tempo che un singolo individuo passa davanti allo schermo, aumenta proporzionalmente il valore di una pubblicità, di un articolo con link di affiliazione, di una strategia di marketing digitale.
Ecco perché il mondo dell’affiliate, lungi dall’essere esaurito, ha ancora moltissime opportunità da rivelare ed è, potenzialmente, in espansione continua e veloce.
Il momento giusto potrebbe, dunque, essere proprio questo!
Ma quali sono, in soldoni, i vantaggi dell’affiliate marketing?
Qui te li riassumo sotto forma di elenco:
- Rendite passive, ovvero la possibilità di guadagnare con costanza per un lavoro eseguito una sola volta;
- Libertà di non dover rendere conto a nessuno, solo a sé stessi. Certo, essere imprenditori comporta una buona dose di rischio, ma sei tu il solo e unico fabbro del tuo destino. O quasi!
- Possibilità di lavorare in qualsiasi mercato e ambito. Grazie alla differenziazione non dovrai preoccuparti se uno specifico mercato dovesse crollare: avrai infinite altre possibilità di successo, migliaia di offerte in ogni parte del mondo;
- Guadagni elevati. Come avrai capito (e come ti sarà ancora più evidente continuando la lettura) le rendite dell’affiliate sono davvero alte;
- Oltre a tutto ciò credo che l’affiliate sia anche una strada che ti permette di crescere professionalmente e umanamente: con le affiliazioni metti in continuazione alla prova sia le tue capacità creative che di adattamento, stringi relazioni con altri professionisti e ti confronti con mercati sempre nuovi e vivaci. La noia del posto fisso e del lavoro ripetitivo e meccanico puoi proprio scordarteli!
Insomma, spero che i mattoncini con cui voglio costruire questo mio edificio si stiano piano piano disponendo nel giusto ordine.
Tra poco ti aspetta la parte più tecnica e informativa, tieniti pronto!
Ho dovuto lasciarmi andare ad una serie di premesse molto lunghe perché, da un lato, non voglio farti credere che ci sia una formula magica che tutto risolve né che tu possa definitivamente smettere di lavorare, forte degli introiti ottenuti da un singolo lavoro.
Dall’altra voglio anche essere abbastanza chiaro su un dato di fatto: esiste la possibilità reale di cambiare approccio e modello di business, esiste l’effettiva opportunità di concederti lunghissimi periodi in cui dedicarti solo a te stesso e questo avviene, oggi, dedicandosi alle affiliazioni in maniera seria e professionale.
Cercherò tra poco di dirti come fare o, almeno, come ho fatto io.
L’affiliate marketing: che cos’è e come funziona?
Partiamo da una definizione base.
Per Affiliate Marketing (o Performance Marketing) si intende quel ramo del marketing digitale che lavora sulle affiliazioni.
Le affiliazioni sono dei programmi, aderendo ai quali è possibile ricevere delle percentuali su prodotti o servizi venduti per conto terzi.
Il concetto è molto semplice: un’azienda “X” avvia un programma di affiliazione, l’internet marketer si iscrive, riceve un link univoco “Y” legato al suo profilo, pubblica quel link su un blog, su un canale social, sotto a un video.
Per ogni vendita che l’azienda “X” effettua da utenti provenienti da quel link “Y” l’internet marketer riceverà una percentuale, variabile a seconda del programma di affiliazione.
I tuoi ricavi proverranno, dunque, dalla vendita di prodotti altrui.
Meccanismo piuttosto basilare, non credi?
Ma procediamo con calma e vediamo perché l’affiliate è una miniera d’oro e come mai, nonostante il meccanismo non sia per nulla complicato, non sia così semplice sfondare.
Il metodo migliore per far fruttare le affiliazioni è riassumibile in una altrettanto semplice formula di cui Dario Vignali ha parlato più volte:
PROGRAMMA DI AFFILIAZIONE + ANNUNCI A PAGAMENTO = ENORME PROFITTO
Avrai quindi capito che non basta iscriversi a un programma di affiliazione e condividere i link ma che c’è dell’altro dietro a tutto questo.
Certo se sei un mega-influencer con milioni di follower, non sarà necessario fare altro che condividere il link affiliato, ma se, come me a suo tempo, parti da zero…beh…dovrai trovare una via alternativa per divulgare i tuoi link. E questa via esiste, anche se spesso è sottovalutata…
Sto parlando del PAID ADVERTISING ovvero delle campagne a pagamento.
Ma che cos’è il Paid Advertising? Lo vediamo subito!
Il paid advertising, ovvero le campagne a pagamento
Quando senti questa parola devi pensare solo ad una cosa: un investimento economico finalizzato all’acquisto di traffico.
Per traffico intendo il volume di utenti che, in un dato periodo di tempo, atterrano sulle tue pagine web. Si parla, in questo caso, anche di flusso di visitatori.
Ora, se sei uno smanettone o se hai confidenza con il mondo del digitale, avrai sicuramente sentito parlare della SEO.
SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization, ovvero ottimizzazione per i motori di ricerca. Non ti allungo troppo la minestra (se ti interessa un piccolo approfondimento lo troverai nella mia guida a tutti i mestieri per lavorare online, in particolare nella sezione Consulente SEO, in cui ti consiglio videocorsi, libri e tutto quello che ti serve per intraprendere questa professione), ma esistono due tipi di SEO: onpage e offpage.
La SEO onpage riguarda l’ottimizzazione della struttura, dei tag di heading e di altre componenti tecniche della pagina web. Tale ottimizzazione viene effettuata per assecondare i dettami di Google e rendere la pagina facilmente indicizzabile al fine di ottenere, in seguito, un posizionamento.
La SEO offpage riguarda tutte quelle strategie di link building che permettono alla pagina stessa, precedentemente ottimizzata, di raggiungere un certo grado di autorevolezza e, di conseguenza, di essere proposta nelle prime posizioni delle SERP.
Quando si parla di SERP s’intende Search Engine Results Page, ovvero le pagine con i risultati che vengono proposti da un search engine (leggasi Google) a seguito di una determinata ricerca.
Insomma, la SEO è il modo migliore per posizionarsi in maniera organica e coerente e quindi di aumentare il traffico sulle proprie pagine web.
Un lavoro di SEO ben fatto, tuttavia, oltre a richiedere moltissima fatica e preparazione, fornisce risultati importanti solo sul lungo/lunghissimo periodo. La competizione è poi molto elevata e riuscire ad emergere non sempre è facile.
Ma allora qual è la soluzione? Te l’ho detto poco sopra, il paid advertising.
Paid…quindi a pagamento? Eh già! Ma ricordati una cosa: NON esiste la possibilità di acquisire traffico senza un investimento. O paghi con i soldi o paghi con il tuo tempo. Da qui non si scappa!
Ricordati anche che, per quanto il lavoro del SEO sia importantissimo, credere di crescere solo ed esclusivamente attraverso l’ottimizzazione e il traffico organico è un’ingenuità: non solo limiterai di gran lunga le possibilità del tuo business ma svilupperai il business anche molto più lentamente.
Inoltre, cosa da non sottovalutare, lascerai in mano agli algoritmi delle piattaforme i destini della tua stessa attività! Ti sembra una cosa da poco?
Ogni progetto imprenditoriale prevede un investimento e nessuno vorrebbe delegarne le sorti ai capricci o alle regole altrui!
Hai dunque capito che dovrai mettere in atto una strategia di promozione a pagamento.
Ma come funziona il paid advertising?
Lo scopo è quello, come dicevamo, di generare traffico qualificato attraverso le inserzioni a pagamento.
Esistono differenti modalità e fonti di traffico, ma il principio è sempre lo stesso: si stabilisce un budget e si paga una piattaforma affinché essa promuova il tuo sito, servizio o prodotto.
Ricordati che il paid advertising è, senza ombra di dubbio, il miglior modo per far crescere in tempi brevi la tua attività.
Anche qui dovrai tenere a mente un’altra semplice formuletta che, in fin dei conti, riassume tutta la struttura dell’affiliate marketing:
FONTE DI TRAFFICO -> TUO LINK AFFILIATO -> PAGINA DI VENDITA
Ma quali sono le fonti di traffico? Per dirla meglio: quali sono le modalità e le piattaforme che mi permettono di fare inserzioni a pagamento per ottenere risultati soddisfacenti? Lo vediamo subito.
Le fonti di traffico
Come ti ho detto, si definisce fonte di traffico un servizio a pagamento che ti consente di aumentare considerevolmente e in poco tempo il flusso di visitatori che atterra sul tuo sito.
All’aumentare del flusso aumentano proporzionalmente le probabilità che vengano cliccati i tuoi link d’acquisto e, di conseguenza, le possibilità che avrai di guadagnare attraverso le affiliazioni.
Ecco perché è importantissimo determinare la fonte di traffico più adatta al tuo business.
Prima di tutto vorrei specificarti meglio il concetto di traffico, poi vedremo quali sono le fonti più redditizie.
Possiamo suddividere il traffico in queste macro categorie:
Traffico organico
Si tratta della già menzionata SEO ma anche una parte del SMM, ovvero del Social Media Marketing. Entrambe queste strategie non richiedono un investimento economico ma di tempo. Esiste dunque anche un corrispettivo della SEO in ambito Social Media (Facebook, Instagram e Twitter essenzialmente).
Lo scopo è quello di aumentare like, seguaci e condivisioni al fine di raggiungere un profilo in grado di generare un volume che ti permetta di condividere i tuoi link affiliati e di guadagnarci.
Paid Advertising
Ti ho già detto di cosa si tratta, ovvero di campagne pubblicitarie a pagamento. Proprio in tema di paid advertising stiamo analizzando le fonti di traffico.
Email marketing
L’idea dell’email marketing, che ha funzionato molto bene sino a poco tempo fa e che continua, sotto forme differenti, a dare enormi soddisfazioni soprattutto facendo lead nurturing (letteralmente: nutrire i propri contatti) è quello di raccogliere (o acquistare, con mille attenzioni…) un database di email e promuovere attraverso campagne mirate e un copy persuasivo i propri link di affiliazione.
Ricordati il detto: “the money is in the list” (il profitto è nella lista): avere a disposizione un proprio database di email ti consentirà, in ogni momento, di poter contattare potenziali clienti, anche se tu cambiassi business o piattaforma di riferimento.
Normalmente una lista si crea attraverso un lead magnet presente su una opt-in page (landing page creata appositamente per questo scopo): hai presente il classico sistema “Lasciami la tua mail e ti invierò un pdf/ebook gratuito?” oppure “Compila il form (con mail obbligatoria, ndr) per ricevere uno sconto immediato?” o ancora “Lasciami i tuoi dati e riceverai senza sborsare un euro, 4 video gratuiti su…” e così via?
Il lead magnet (lett. calamita per potenziali clienti) è un freebie (contenuto offerto gratuitamente) che deve fornire contenuto. Il prospective buyer deve ottenere davvero qualcosa di valore per essere disposto a lasciare la propria mail.
Una volta raccolte le mail dovrai creare un funnel (lett. imbuto) con cui portare il lead a divenire cliente a tutti gli effetti, attraverso un percorso d’acquisto ben definito.
Ti ho parlato della figura del funnel specialist nella sezione dedicata del mio articolo su tutti i modi per guadagnare online. Lì ti consiglio anche tool e corsi interessanti per approfondire l’argomento con lezioni mirate.
Con la lista di contatti potrai fare lead nurturing e anche assets growth (utilizzare la lista per far crescere i profili social). Quest’ultimo è automatizzabile con gli autoresponder.
Se il linguaggio è troppo specialistico, non preoccuparti. Di qui a poco, continuando la lettura, ti sarà tutto più chiaro, abbi solo un po’ di pazienza.
Le tre macro strategie appena analizzate possono anche essere mescolate sapientemente in una più ampia strategia di marketing. Avrò modo di parlarne più approfonditamente in altri articoli.
Qui voglio infatti assolutamente concentrarmi sul paid advertising. Perché? Te la ricordi la formula PROGRAMMA DI AFFILIAZIONE + ANNUNCI A PAGAMENTO = ENORME PROFITTO ? Ecco, la risposta è dunque implicita.
Come ti ho detto lo scopo del paid advertising è quello di aumentare il traffico grazie alle fonti di traffico disponibili in rete. Vediamo dunque quali sono.
In Italia si sente parlare quasi esclusivamente di 3 tipologie:
- Facebook Ads
- Google Ads
- Native (ma in minor parte)
Scopriamole nel dettaglio.
Facebook Ads
Facebook Ads è il sistema nativo della piattaforma Facebook. Come saprai Facebook è stato il social network più ampiamente utilizzato dalla popolazione mondiale negli ultimi 10 anni. Attualmente vede attive 2,2 miliardi di persone (di cui 30 milioni solo in Italia), che sono tutte il tuo pubblico potenziale! Ognuno di essi trascorre in media 50 minuti al giorno su questa piattaforma.

Nonostante la lieve flessione degli ultimi mesi, in favore di Instagram, questo social network resta una della migliori risorse per garantirsi un flusso di visitatori elevato e costante.
Da uno studio eseguito da Shopify (una delle piattaforme ecommerce più importanti sul mercato) è infatti emerso che circa i due terzi del traffico complessivo indotto dai social media verso i negozi online arriva da Facebook, e che da esso derivano circa l’85% delle vendite. Tanta roba, non credi?
Come saprai Instagram è di proprietà di Facebook, quindi qui non ho differenziato tra le due piattaforme, anche perché le pubblicità di Instagram si possono gestire dalla stessa interfaccia di Facebook.
Non è questa la sede per entrare nei dettagli relativi alle pubblicità su Facebook e Instagram. Il loro funzionamento te lo descriverò più specificamente in una guida apposita.
Ti basti sapere che, come per tutte le forme di pubblicità cosiddette pull, lo scopo è quello di trasformare un interesse latente in un bisogno specifico: non c’è, da parte dell’utente, una ricerca attiva, ma il desiderio viene suscitato dalla stessa pubblicità.
In questo sta la sua principale differenza con Google Ads, che invece, risponde ad una richiesta specifica. Vedremo tra poco di cosa si tratta.
Stai bene attento: le pubblicità non verranno proposte a chiunque indiscriminatamente, anzi, tutt’altro! Il sistema di gestione delle inserzioni è avanzatissimo e il pubblico viene accuratamente profilato in base a età, sesso, fascia di reddito, interessi, pagine visitate e così via.
Insomma, i tuoi annunci saranno recapitati ad un pubblico targettizzato e potenzialmente in linea con il prodotto o servizio che vorrai proporre.
Il sistema delle inserzioni funziona ad asta, ma non sarà premiato chi paga di più (non solo, ovviamente) bensì secondo un algoritmo che tiene conto anche delle interazioni e dell’esperienza complessiva dell’utente.
Dovrai quindi essere molto bravo non solo nel targettizzare e definire bene il tuo pubblico, ma anche nel creare annunci e sponsorizzate che possano creare coinvolgimento (engagement) e conversioni.
La strategia di Facebook è win-win, poiché, se l’esperienza dell’utente è positiva ne guadagnerà la piattaforma stessa e, al contempo, l’inserzionista aumenterà le sue vendite.
Lo so che ti starai chiedendo una cosa: quanto costano le inserzioni su Facebook e Instagram? La risposta è … dipende!
Esatto! non esiste un budget fisso, non esistono costi fissi né strategie univoche. Tutto dipenderà dal tuo modello di business. Anzi, a volte si possono guadagnare più conversioni (potenziali clienti che divengono acquirenti) con 50 € piuttosto che con 500!
Ricordati anche che molto dipenderà dal tuo target di riferimento, dalla competitività dell’ambito specifico, dalle tipologie di interazioni e così via.
Ti invito a fare un bel giro in rete, perché di guide in questo settore (anche gratuite), ce ne sono a bizzeffe.
In questa sede, tuttavia, mi sento di consigliarti Facebook ADS guru 2020, una serie di lezioni che ti spiegheranno dalla A alla Z come fare a diventare un professionista in questo ambito. Questo corso si distingue dagli altri per essere intensivo e andare diritto al punto, senza tanti fronzoli.
Anche Facebook ADS in 3 + 1 step è un ottimo punto di partenza ed ha il pregio non indifferente di avere un rapporto qualità/prezzo imbattibile.
Se però vuoi davvero approfondire l’utilizzo di Facebook Ads orientando le tue conoscenze verso l’ambito specifico dell’affiliate marketing, allora il corso di Roi Martin è quello che fa per te.
Apprenderai l’utilizzo del business manager, che cos’è il pixel di tracciamento, il concetto di retargeting, come generare una campagna da zero e le giuste strategie da applicare, come effettuare un A/B test, come creare un pubblico personalizzato e moltissimi altri concetti fondamentali.
Il tutto, come ti ho già detto, è pensato in funzione delle migliori strategie di affiliazione! Una vera bibbia, con esercitazioni ed esempi pratici!
Google Ads
L’eterno conflitto nel mondo del marketing è il seguente: meglio Google Ads o Facebook Ads? La mia risposta? Nessuno dei due, anzi: tutti e due! Ti spiego subito il perché.
A differenza delle piattaforme social che intercettano interessi inconsapevoli dell’utente, le sponsorizzate sul più grande e famoso motore di ricerca vanno a rispondere a una domanda consapevole dell’utente.
Nel caso tu non ne fossi a conoscenza, il monopolio dei search engine è, senza ombra di dubbio, di Google.

Con un volume di utenti che sfiora il 95% delle ricerche effettuate in rete, dunque, le sponsorizzate sulla piattaforma Google Ads (ex AdWords, questo il nome precedente del sistema di gestione degli annunci su Google) sono certamente la scelta migliore da adottare per campagne mirate a determinate ricerche.
Google Ads ti consente, in soldoni, di inserire annunci a pagamento sulle SERP ovvero sulle pagine dei risultati di Google.
Anche in questo caso il sistema è ad asta e l’investimento dipende da moltissimi fattori. Vi è, ovviamente, un algoritmo che decide come visualizzare le sponsorizzate all’interno dell’enorme bacino di utenza di Google.
Google Ads offre diverse opzioni per i tuoi annunci in base ai tuoi obiettivi primari. La maggior parte degli inserzionisti, comunque, attribuisce la priorità ai clic, alle impressioni e alle conversioni.
Tutto si basa sull’identificazione delle keyword e qui, davvero, si apre un mondo immenso.
Lo strumento di ricerca e pianificazione delle parole chiave, offerto sempre da Google, è sicuramente la prima soluzione da approfondire.
Il web però propone anche moltissimi altri tool gratuiti o a pagamento.
Se sei interessato a approfondire questo argomento, ti consiglio caldamente due videocorsi, con finalità distinte.
Per un’infarinatura generale ti suggerisco Corso Google Ads (ex AdWords) Pratico. Si tratta di una serie di lezioni pensate per i principianti che ti accompagnerà, step by step, sino ad un livello di conoscenza professionale della piattaforma.
Anche in questo caso, tuttavia, se davvero vuoi concentrarti esclusivamente su Google Ads finalizzando le tue competenze soprattutto in ottica affiliate, allora quello che fa per te è il Corso di Google Ads di Roi Martin.
Scoprirai come creare campagne da zero, come selezionare le keyword più adatte e scartare quelle non opportune, come gestire la piattaforma e orientarti all’interno delle sue molteplici possibilità d’azione, il retargeting e tantissime altre nozioni fondamentali per vivere di affiliazioni.
Una serie di lezioni indispensabili, senza ombra di dubbio, pensate, organizzate e sviluppate da uno dei migliori marketers in ambito affiliate che abbiamo oggi in Italia: Filippo Martin!
Per rispondere, infine, alla domanda iniziale se sia meglio Facebook Ads o Google Ads, come forse avrai intuito, è importante capire quale sia il fine della tua campagna: vuoi stimolare interessi inconsapevoli o mirare a parole chiave determinate?
Spesso l’interazione tra entrambe queste strategie è, comunque, caldamente consigliabile.
Ecco perché, per entrare a gamba tesa nel mondo delle affiliazioni, ti suggerirei di acquistare il bundle completo del già più volte menzionato Roi Martin.
L’offerta comprende nientepopodimenoché…:
A) corso avanzato Facebook Ads;
B) corso avanzato Google Ads;
C) corso completo di copywriting;
D) corso completo su chat bot;
E) corso completo sulla realizzazione di un blog da zero
F) corso sulle strategie SEO;
G) corso completo sulla strutturazione di landing page e autoresponder.
Inoltre, in esclusiva per chi acquista il bundle, un gruppo Telegram per scambiare notizie con altri marketers e professionisti del settore.
Il valore di queste lezioni è enorme: 21 ore di video in HD per partire da subito con tutti gli strumenti necessari ad affrontare il mondo delle affiliazioni!
Ma le fonti di traffico si esauriscono qui? Eh no! Ora vediamo le opportunità offerte dal sistema cosiddetto Native!
Native advertising
Per quanto questo sistema sia utilizzato in minor parte, almeno nel nostro paese, esso offre delle eccellenti alternative ai due precedentemente menzionati.
Fare native advertising significa intraprendere strategie di affiliate marketing all’interno di siti web (in questo caso) puliti e di fiducia.

Native advertising, letteralmente, significa “pubblicità nativa” o “pubblicità naturale” poiché gli articoli pubblicitari difficilmente si distinguono da quelli redazionali, almeno per quanto riguarda la veste grafica.
Ti faccio un esempio: se sei un amante degli sport, avrai notato che sui siti dei maggiori quotidiani del settore, assieme alle notizie di proprietà della testata stessa, compaiono altri post che si differenziano solo leggerissimamente dal layout del sito e che differiscono pochissimo anche dai contenuti redazionali originali.
La maggior parte delle volte il tema trattato è contenutisticamente uniforme o strettamente inerente con i temi della testata stessa, ma sempre declinato a seconda della tipologia di servizio o prodotto che si intende vendere o sponsorizzare.
Se clicchi su uno di questi articoli verrai reindirizzato a siti terzi. Ecco: quei siti pagano testate e piattaforme autorevoli per pubblicare sui loro spazi i post pubblicitari che vogliono piazzare.
L’idea è che l’utente medio nemmeno si renda conto di leggere notizie che non sono, in fin dei conti, altro che dei semplici contenuti pubblicitari.
Avviene, dunque, una sorta di “fusione” (passami il termine) tra i contenuti originali e quelli dell’inserzionista. Si parla di imitare il “look and feel” della testata ospite.
La differenza base, da un punto di vista tecnico (e quindi delle conseguenze che ciò comporta per le strategie di un marketer), tra un ad sulla rete display e il native è che, Google mette ben in chiaro che si tratta di pubblicità.
Questi annunci, dunque, molto spesso vengono bloccati dagli ad blocker e, per questo, ottengono minor visibilità.
Oltre a ciò vorrei porre l’attenzione su un meccanismo psicologico che potremmo chiamare una sorta di “ad blindness”.
Anche nel caso di assenza di un blocker, infatti, è provato che l’utente medio ha ormai sviluppato una forma di disinteresse inconscio per gli annunci: li evita, come se fossero solo un fastidio o una noia, se non un ostacolo verso l’ottenimento delle informazioni che sta cercando.
Il native ha dunque il vantaggio di godere di una sorta di condizione mimetica: uniformandosi ai contenuti redazionali, i post pubblicitari native sono più facilmente oggetto d’interesse per il lettore.

In effetti all’interno delle best practice per la realizzazione di un ad native c’è un approccio maggiormente rivolto al contenuto informativo (content marketing).
Anche in questo caso cercherò di essere più preciso.
Oltre allo sforzo per la produzione della cosiddetta creatività (titolo e immagine), si dovrebbe puntare a realizzare articoli che siano il più possibile uniformi con quelli redazionali del sito in cui si intende farli visualizzare, così da apparire naturali.
Ovviamente non si tratta di una regola, ma di un approccio suggerito per massimizzare le conversioni. Sei liberissimo di parlare di un nuovo pistone per una benna meccanica in una testata sportiva, nessuno te lo impedisce!
Banalmente è dunque possibile inserire anche una semplice landing di un prodotto, tuttavia non è certamente l’approccio operativamente più redditizio.
La miglior strategia, invece, consta nel creare un cosiddetto advertorial.
Nato dalla crasi tra advertising ed editorial, come potrai intuire, un advertorial è un articolo finalizzato alla vendita celato da articolo informativo.
Poiché sto intercettando un utente che non sta attivamente cercando un prodotto, la struttura classica di un advertorial è la seguente:
Problema (attiro l’attenzione) > aspetto emotivo/emozionale (aumento il coinvolgimento) > eventuali conseguenze negative (inserisco l’aspetto della paura/timore) > soluzione (il mio prodotto).
Ecco perché, così strutturate, le pubblicità native consentono di focalizzarsi in maniera più definita sul target, fornendo un contenuto informativo e una soluzione ad un problema concreto, con un conseguente buon tasso di conversione, anche in virtù del fatto che, essendo percepiti come contenuti naturali del sito ospite, non risultano invadenti né insistenti né, tanto meno, fuori luogo.
Un’ulteriore importantissima differenza sta nella libertà d’azione del marketer.
Mi spiego meglio.
Le policy di Google Ads e Facebook Ads sono molto più restrittive rispetto a quelle imposte dalle piattaforme native.
Questo per una semplicissima ragione: Facebook e Google pubblicano annunci sui propri canali, quindi devono utilizzare una rete le cui maglie siano sufficientemente strette da filtrare tutte quelle strategie aggressive che inficerebbero la godibilità dell’esperienza utente, infastidendolo e, di conseguenza, allontandolo.
I servizi che consentono di pubblicare su siti terzi, invece, hanno delle policy più morbide e consentono campagne più aggressive.
Certo, ci sono delle regole da rispettare, ma la violazione delle stesse non porta necessariamente al ban del tuo account, come accade invece su Google o Facebook, ma, al massimo, a una richiesta di revisione.
Ecco perché il native ha il vantaggio di fornirti un’alternativa che possa permetterti di osare un po’ di più rispetto alle fonti di traffico precedentemente analizzate.
Ma come posso pubblicare un articolo di content marketing su testate importanti? Semplice: esistono delle piattaforme e dei network che offrono questo servizio.
Ti elenco qui di seguito i maggiori fornitori, ma ti sarà semplice scoprirne molti altri: Outbrain, Taboola e Revcontent.
Come avrai ormai capito il native è molto funzionale per campagne di marketing spinte, ma utilizza una formula un po’ più subdola rispetto ai banner e alle altre forme di advertising, poiché l’utente non ne percepisce immediatamente il fine pubblicitario. Questo, tuttavia, è anche il suo indubbio vantaggio.
C’è da ricordare, comunque, che in base al codice di Autodisciplina Pubblicitaria, che regolamenta tutto ciò che riguarda il mondo delle sponsorizzazioni sui media, questo tipo di comunicazione deve comunque essere chiaramente identificabile come advertising.
Come sempre quel “chiaramente identificabile” è passibile di mille interpretazioni e una semplice scritta “Annuncio” è più che sufficiente per non violare la norma.
Altre fonti di traffico: un segreto, almeno in Italia!
Eh sì, ti sto per svelare un piccolo segreto, almeno per il mercato italiano.
Bada bene, è la scoperta dell’acqua calda, anzi, il segreto di Pulcinella, anche perché in ambito anglosassone queste metodologie sono ben conosciute e danno i loro frutti da anni.
Esistono altre fonti di traffico oltre al native e alle due piattaforme di advertising di Facebook e Google.
Le maggiori sono: Push notifications, Banner, Popup, Popunder e Media buying.
In particolare quest’ultima ha dato vita alla figura professionale del Media Buyer Strategico, ovvero di colui che si occupa di comprare al prezzo più conveniente possibile gli spazi migliori per delle campagne di advertising.
La questione è semplice: spesso, per pigrizia o a causa della dispersività della rete, tendiamo a volerci affidare a network, marketplace e piattaforme solide e riconosciute, senza minimamente pensare che, lì fuori, nello sterminato mondo del web, esistono tantissime realtà disposte a vendere spazi per banner, popup o popunder a prezzi meno elevati rispetto alle grandi aziende menzionate qui sopra e, magari, sono in grado di garantire un traffico maggiore e più targettizzato!
Il media buyer si occupa proprio di scoprire e contattare queste realtà: parliamo di portali, blog, siti web specialistici all’interno dei quali potrai piazzare le tue pubblicità, sicuro che il pubblico a cui ti rivolgerai sarà perfettamente in target.
Trovare placement redditizi è meno difficile di quello che può sembrare e, inoltre, aumenta le tue capacità di avviare relazioni interpersonali.
Hai mai sentito parlare di guest posting? Beh, è il tipico esempio di media buying: si paga un blog con un’autorevolezza consolidata per poter inserire il proprio articolo all’interno di quelli presentati dal sito stesso. As simple as it is!
Il fine non è fare link building e acquisire backlink, ma portare traffico che converta!
Per conversione, sia detto per inciso, s’intende l’azione (misurabile) che compie un utente a seguito dello stimolo fornito dalla campagna di marketing.
Se lo scopo è la vendita, l’acquisto sarà la conversione, se lo scopo è raccogliere una mail, la conversione sarà data dall’iscrizione al form, se lo scopo è far sottoscrivere un abbonamento, questa sarà la conversione e così via.
Altro esempio tipico di media buying è l’acquisto di siti dismessi ma ancora in grado di generare traffico. Ti basterà recarti su piattaforme di dropcatch, dette anche di backorder, nelle quali potrai comprare domini scaduti e non più rinnovati, magari ad alto potenziale.
Una piattaforma molto interessante, in questo senso, è youdot.io ma ti consiglio di provarne di diverse come: match.it, nidoma.com e puntuale.it.
Ti ho parlato del mestiere della compravendita di domini nella mia enorme guida a tutti i lavori da fare online e da remoto.
Bene, Eduard, tutto molto bello fin qui, ma, in soldoni, che cosa si può vendere con le affiliazioni?
Ora rispondiamo anche a questa domanda!
Cosa si può vendere con le affiliazioni?
La risposta al quesito potrebbe semplicemente essere: tutto. Ovviamente non me la caverò così! L’affiliate marketing, tuttavia, pesca da qualsiasi tipo di bacino e può operare in qualsiasi mercato.
Tieni conto che, una volta acquisito un metodo, soffrirai molto meno qualsiasi crisi che si possa presentare e questo a maggior ragione oggi, momento storico in cui, più che mai, si spinge per la totale e completa digitalizzazione, dalla scuola al lavoro.
Con l’affiliate hai infatti accesso a migliaia di offerte e possibilità in ogni parte del mondo. E questo lo puoi fare da remoto, scegliendo il luogo che più ti aggrada per operare.
Ciò detto, cercherò di darti una panoramica generale ma assolutamente non esaustiva, di che cosa si possa vendere o promuovere con le affiliazioni.
Partiamo dal concetto basilare che, potenzialmente, si può promuovere qualsiasi cosa, banalmente anche prodotti e/o servizi che non hanno un programma di affiliazione pubblico; in alcuni casi basterà scrivere direttamente all’azienda che ci interessa e proporre di vendere i loro servizi / prodotti in affiliazione.
Quella che segue è solo un piccolo excursus che potrà darti un’idea generica e, lo ripeto, non esauriente, delle possibilità offerte dall’affiliate marketing.
Leggendo ti invito sempre a immaginare l’ampiezza potenziale di questi mercati e, di conseguenza, il bacino di utenti che potrai raggiungere per garantirti le tanto agognate entrate passive che ricerchi!
Offerte COD (cash on delivery)
Oggi con l’inglese sembra tutto molto più figo, ma è il vecchio sistema del contrassegno. La merce viene pagata al suo ricevimento.
Questa metodologia funziona molto bene su Worldfilia (il network di affiliazione più famoso in Italia che mette in contatto advertiser e publisher, di cui ho parlato nella guida definitiva che trovi qui): non essendo necessario utilizzare la carta di credito, le barriere all’acquisto si abbassano notevolmente.
Il cliente dovrà solo compilare un modulo di contatto e poi verrà chiamato da un call center per confermare l’acquisto. Sapendo che potranno pagare la merce solo nel momento in cui arriva a casa, i clienti si sentiranno molto più tranquilli e saranno più inclini a concludere l’ordine.
Su Worldfilia troverai moltissimi prodotti di nutraceutica, benessere, integratori, dimagranti, creme e tutto ciò che concerne la forma fisica. Tema poco di tendenza, eh? 😉
All’interno del grande mondo COD ci sono ovviamente altre piattaforme e network. In questa sede te li elencherò velocemente, ma sono in preparazione articoli e guide dedicate ad ognuno di essi, più o meno sullo stile del lungo post che ho realizzato per Wordfilia. Ecco alcuni altri network famosi che io stesso utilizzo:
- Leadreaktor
- Webvork
- Affiliation park
- Adcombo
- Terraleads
- Leadbit
- Nutriprofits
Piattaforme affiliate generiche
Sto parlando della già citata Worldfilia ma anche di Sprintrade che propone centinaia di prodotti suddivisi in categorie che vanno dai prodotti per la casa all’informatica, dall’elettronica generica ai giochi, dalla salute all’ambito food e così via.
Potrei elencartene molti altri come TopOffers (gioco d’azzardo e dating), TradeDoubler (generico), Awin (che mi piace molto, essendo una sorta di raccoglitore di altri network che ti permette di sponsorizzare centinaia di migliaia di prodotti e servizi), o ancora Bet Affiliation (gioco d’azzardo) e infinite altre piattaforme.
Dovrai solo avere la cura di leggere le condizioni per l’affiliazione e informarti con cura sulla serietà dei programmi. Quelle che ti ho citato io, in ogni caso, sono sicure al 100%.
Qualsiasi tipo di offerta CPL, ovvero Cost per Lead
Un lead è un potenziale cliente. Se un utente X compila un form su un sito Y provenendo da un tuo link, l’azienda avrà a disposizione un contatto in più per avviare un’iniziativa commerciale e tu verrai pagato per questo.
Più lead porterai alle varie aziende più compenso riceverai. Capisci bene che se crei una o più landing che permettano questo tipo di conversione e che funzionino, avrai delle rendite passive costanti negli anni.
Come certamente avrai già capito, l’azienda a cui sei affiliato guadagnerà un contatto e amplierà il proprio db che sfrutterà per strategie di email marketing.
Le offerte CPL sono molto utilizzate da operatori della finanza e dai siti di viaggi.
Sweepstakes
Se ne hai sentito parlare ti sarà ancora più chiara l’importanza dell’email marketing. Perché? Perché lo scopo dell’affiliato è proporre una sorta di “lotteria” (sweepstake, appunto) in cui si mette in palio un premio che fa gola al potenziale utente.
Parliamo di un iPhone, un tablet o qualsiasi altro oggetto (spesso di elettronica) che stuzzichi il desiderio dell’utente. Egli dovrà semplicemente compilare un form con i propri dati e la propria mail (per essere informato sull’eventuale vittoria, ovviamente!).
A quel punto, entro una certa data, avverrà l’estrazione e solo un fortunato vincitore riceverà il premio.
L’affiliato cosa ci guadagna? Beh, semplice: gli viene riconosciuta una commissione sui dati dell’utente. Questo dimostra quanto importante sia, per le aziende, crearsi un database di email su cui poi poter lavorare. Pensaci bene.
Trading e criptomonete
Iscrivendoti a un programma di affiliazione sul trading online e lo scambio di criptovalute, in alcuni rari casi riceverai una percentuale sulle transazioni effettuate provenendo dai tuoi link affiliati; la maggior parte delle volte, invece, queste piattaforme non offrono commissioni recurring ma una sola commissione bella cospicua, quando l’utente versa il primo deposito.
Come primo deposito s’intende un primo versamento di almeno 200 Euro che l’utente effettua per poter iniziare a investire.
Parliamo di cifre che vanno dai 200/250 euro fino ad arrivare anche 500/600 euro per singolo cliente pagante.
Quindi potrebbero pagarmi anche più del doppio rispetto alla cifra ricevuta attraverso il mio link affiliato? Lo so che sembra assurdo, ma evidentemente la life time value dei loro clienti è molto più alta dei 500/600 euro che pagano gli affiliati.
Prova solo a immaginare quanti soldi in paid advertising deve investire un sito di trading prima di poter agganciare un utente che faccia il primo deposito.
Sono certo che, nei loro calcoli, chi ha effettuato questa prima operazione poi porterà, magari nel lungo periodo, molti più soldi nelle casse del sito stesso.
Concentriamoci tuttavia sul profitto che possiamo ricavare da queste piattaforme: sai quante persone speculano giornalmente in criptovalute, bitcoin, borsa, forex, materie prime, titoli di stato e così via? Milioni!
Ogni click seguito da una conversione sui tuoi link affiliati ti porterà ad una rendita passiva.
Quasi tutte le piattaforme di trading come eToro, Trade.com e Avatrade hanno programmi di affiliazione attivi e ben funzionanti.
Giochi per il telefono
Anche in questo caso il mercato è enorme e il sistema è scontato: ti iscrivi al programma di affiliazione, pubblichi il link e vieni remunerato ogni volta che l’app viene installata su un telefono provenendo dal tuo link.
Prova a dare un’occhiata alle app di gaming e vedrai che tutte offrono programmi di affiliazione.
Dating e siti di incontri
Il sistema ormai ti è chiaro: link affiliato, click e rendita alla conversione. In questo caso si può essere pagati in differenti maniere: SOI (single opt in), ovvero quando l’utente si iscrive ma non conferma la propria mail; DOI (double opt in) che avviene quando l’utente si iscrive e conferma la propria mail; REVENUE SHARE: in questo caso si guadagna una fee sugli abbonamenti venduti. Tale percentuale parte dal 50% del prezzo complessivo e può arrivare sino all’80%!
Quest’ultima formula è sicuramente la più gettonata, non solo perché le fee garantite sono molto più elevate rispetto a SOI e DOI, ma anche perché gli introiti sono continuativi visto che riguardano non solo i primi abbonamenti ma anche tutti i successivi rinnovi.
Lo sai quanti siti di dating e incontri ci sono sul web? E lo sai quante persone utilizzano questi servizi? Immagina dunque cosa vuol dire lavorare in questo ambito con le affiliazioni!
Un altro aspetto molto interessante di queste piattaforme (e che le distingue da altri sistemi) è il fatto che permettono anche di creare un white label. Questo cosa significa?
È possibile comprare un proprio dominio (es. www.miodominio.com) ed installarci all’interno un sito dating fornito direttamente dal network stesso.
In se il sito non varia dall’originale (anzi è proprio lui), ciò che cambia è il brand (nome, logo e layout grafico).
In questa maniera è possibile utilizzare un’infrastruttura tecnica già predisposta e un database unico condiviso tra tutti gli affiliati e poi lavorare sul proprio brand.
Lo scopo è quello di rendere il tuo prodotto unico e diverso rispetto agli altri del settore, almeno agli occhi dell’utente. Questo, tuttavia, facilita moltissimo l’affiliato che non si trova a dover partire da zero.
Tutto quello che dovrai fare, dunque, sarà trovare il modo di far crescere il flusso di utenti che atterrano sul tuo sito!
Interessante, non trovi?
Affiliazione Amazon
Già, il più grande marketplace al mondo ha un programma di affiliazione solido e davvero vantaggioso.
Anzitutto le commissioni garantite dalla piattaforma di Bezos sono più alte rispetto alla media. Se, normalmente, la fee riconosciuta si attesta, in media, attorno al 3% (prodotti e supporti digitali a parte, dove, essendo i margini sulla vendita maggiori, si può arrivare anche al 30%), quasi tutti i prodotti Amazon vanno dal 5% al 10%.
Amazon, inoltre, ha una politica molto aggressiva e, se un utente fa degli acquisti provenendo dal tuo link affiliato, tu guadagnerai una percentuale su tutto il carrello, non esclusivamente sul prodotto da te suggerito.
Questo significa che se, per esempio, il tuo link promuove un libro del valore di 20 € ma, nel carrello, l’utente inserisce anche un cellulare da 300 €, tu guadagnerai su entrambi i prodotti! Addirittura, se l’utente dovesse non acquistare il libro ma solo altri prodotti, ti verrà comunque riconosciuta la tua parte.
Amazon lavora dunque sulla singola sessione (con un cookie lasciato sul computer dell’utente che dura 24 ore, periodo entro il quale, se lo stesso utente effettua degli acquisti, ti verrà riconosciuta la fee) o sui prodotti inseriti a carrello in quella sessione e poi acquistati entro 90 giorni.
La differenza basilare, però, sta nel fatto che gli altri affiliate programs non tengono in considerazione tutti gli acquisti ma solo il prodotto da te linkato.
Solitamente chi compra su Amazon, data la sterminata disponibilità di prodotti, non si limita a un solo acquisto, anche perché Amazon è abilissimo a suggerire articoli raccomandati in target con le precedenti ricerche dell’utente.
L’interfaccia della piattaforma di affiliazione è molto facile da usare e i pagamenti, che solitamente sono a 60 giorni (superata una soglia di guadagno minima di 25 €) sono puntuali e precisi.
Insomma…per iniziare a vedere come le entrate passive possano cambiare la tua vita, Amazon è certamente una scelta di prim’ordine!
Affiliazioni Cams
Tema molto delicato, lo so, soprattutto perché l’ambito adult crea sempre molte controversie. Te ne ho parlato anche nella mia guida su tutti i modi per guadagnare online, quindi non entro nello specifico in questa sede. Se hai voglia vai a darci un’occhiata: ci sono moltissimi spunti.
Devi sapere che i temi a carattere erotico/pornografico e il dating oggi riscuotono elevatissimo successo. Ti do un unico dato: il solo Pornhub registra oltre 3 miliardi di visite mensili!
A questo aggiungi Chaturbate, LiveJasmin e Bongacams che sono solo alcune delle infinite possibilità che ti offre la rete e vedrai che anche qui di margini per guadagnare bene ce ne sono a bizzeffe.
Come avrai capito il sistema delle affiliazioni è abbastanza semplice.
Quello che ti consiglio io, tuttavia, è di iniziare concentrandoti su una nicchia, di specializzarti e assumere autorevolezza in maniera tale da non disperdere le forze: ricordati che essere generalisti non premia quasi mai, soprattutto in un’epoca di specialismi e specializzazioni.
Questo non significa che tu non possa approcciarti ad ambiti differenti, ma non gettarti nella mischia a casaccio. Fare affiliate marketing non è facile!
Diffida sempre di chi ti dice che è semplicissimo: enormi sono le possibilità offerte dal mercato delle affiliazioni, ma nulla ti cade addosso senza impegno e abnegazione.
Dovrai anche aver voglia di investire e rischiare, questo è un dato di fatto.
All’inizio, poi, sarà normale lasciare sul campo qualche denaro. In realtà non dovrai mai pensare a questa evenienza come a una vera e propria perdita, ma come un investimento.
Testare, provare, sbagliare, correggersi, migliorare: questo è un percorso inevitabile e l’unico modo per crescere, in questo campo come in molti altri aspetti della vita.
Ecco perché, nell’introduzione, ho insistito così tanto sull’approccio e sul cambio di mindset, non era un puro esercizio per allungare il brodo, ma un tema fondamentale, senza il quale difficilmente potrai fare strada nel mondo delle affiliazioni.
Oggi il rischio è parte integrante di ogni impresa commerciale e, spesse volte, maggiore è tale rischio maggiori saranno le soddisfazioni.
Attenzione: non ti sto dicendo di compiere azioni avventate, ti sto solo suggerendo di uscire un po’ dalla tua zona di comfort, quella che ti dice che gli investimenti sicuri al 100% sono l’unica strada da intraprendere.
Ti sembrerò un po’ duro, ma se la vedi così, probabilmente, il tuo posto è quello del dipendente con stipendio fisso. Non cadere nell’errore di credere che spendere dei soldi sia sbagliato e inutile.
Ovviamente dovrai sempre puntare ad avere un ROI (Return on Investment), ovvero raggiungere degli utili che superino l’investimento eseguito. Questo vale per le campagne di advertising come per ogni operazione che compierai con la tua impresa.
Te lo svelo subito, anche se può sembrare una banalità: inizierai a capire che i tuoi sforzi economici daranno buoni frutti in un momento preciso, ovvero quando raggiungerai il cosiddetto break even point (BEP).
In quel momento preciso spese e guadagni daranno come risultato zero. Avrai dunque investito esattamente quanto hai guadagnato. In economia è conosciuto anche come punto di pareggio.
Soprattutto quando farai advertising (perché lo farai, vero?) quello sarà l’attimo esatto in cui saprai che con pochissimo in più potrai “andare a ROI” ovvero iniziare a guadagnare, poiché i profitti saranno superiori alle spese.
Voglio però darti un’ulteriore piccola dritta, ma di valore molte elevato, a mio parere. Un piccolo trucco per andare a profitto con veramente uno sforzo minimo.
Si tratta di qualcosa che in pochi mettono in pratica, ma che può esserti utilissimo conoscere!
Come guadagnare 1.250€ con un solo click
Se sei arrivato al punto di break even point, oltre a migliorare le tue campagne per portarle a ROI, puoi fare un’altra cosa molto più semplice.
Basta chiedere al network con il quale stai lavorando di darti un pay bump!
Di cosa si tratta? Nè più nè meno che un aumento di commissione per il prodotto che stai sponsorizzando.
Molto spesso, se il tuo traffico è di qualità, l’advertiser sarà più che contento di alzarti la commissione per aiutarti a mantenere la quantità di clienti attuali e/o di aumentare ancora di più l’afflusso degli stessi. Te lo dico per esperienza.
Questa semplice cosuccia, ignorata da molti, potrebbe cambiarti radicalmente l’approccio e far schizzare in alto il tuo ROI!
Ti faccio un semplicissimo esempio:
Se in un mese hai speso 5000 € in ads e hai ricavato 5000 € di commissioni e per quel prodotto ricevi 20 € di commissione, immaginati se da un giorno all’altro la commissione ti venisse aumentata di soli 5 €:
5000 / 20 = 250 vendite
Quindi, con l’aumento della commissione a 25 € avremo:
250 * 25 = 6250 €!
Se prima, con le stesse 250 vendite, ricavavi 5000 € di commissioni, ora ne porterai a casa 6250 €.
Stiamo parlando di 1250 € in più solo per aver chiesto un pay bump!
Non hai dovuto fare modifiche alla tua campagna, non hai dovuto fare modifiche alla tua landing, hai solo aumentato il tuo ricavo per singola vendita!
E tutto questo semplicemente mandando una mail.
1250 è lo stipendio medio di una persona normale. Non male, vero?
Soprattutto all’inizio si cerca di arrivare immediatamente a guadagni stratosferici e ci si abbatte anche solo se si è raggiunto il punto di pareggio.
Personalmente ti consiglio di optare per un approccio più realistico e di considerare un enorme successo già essere in BEP! Da lì in poi potrai solo migliorare…magari inviando una semplice mail, come ti ho spiegato poche righe più sopra!
Certo, puoi ottimizzare tutto il tuo funnel per incrementare il ROI, ma puoi anche chiedere un aumento commissionale (pay bump, appunto) e vedere il tuo ROI schizzare alle stelle da un giorno all’altro.
Come avrai capito, fare affiliate, non è un gioco da ragazzi ma nemmeno Roma è stata costruita in un giorno, ricordi?
Vediamo da dove potresti partire e come poter effettivamente guadagnare.
Dritti al punto: come guadagnare con le affiliazioni e da dove partire? Consigli pratici e immediati!
Visto che te lo starai chiedendo dall’inizio dell’articolo, dopo aver chiarito gli aspetti generali e teorici, cercherò ora di rispondere a questi quesiti, indicandoti, per quanto mi sia possibile, una strada per intraprendere in maniera profittevole il tuo viaggio nel mondo dell’affiliate.
Partiamo subito da un concetto che ho già ribadito alcune volte ma che, sinceramente, credo non sia mai dannoso riproporre: servono moltissime competenze e tanto lavoro, perché nessuno ti regala nulla!
Se parti da zero (cosa assolutamente possibile) dovrai letteralmente farti un culo grosso come una casa: studio matto e disperatissimo, come diceva qualcuno!
Per fortuna la rete è piena zeppa di guide, corsi, informazioni. Talmente piena, tuttavia, che spesso è difficile dare coerenza a tutte le nozioni che sono a tua disposizione.
Nel mio percorso di studi, iniziato anni fa come avrai sicuramente letto all’inizio dell’articolo, mi sono trovato a dover investire un sacco di soldi per acquisire informazioni che, da un punto di vista pratico, poi mi sono risultate quasi inutili.
Certo, mi dirai tu, per capire cosa non serve devi conoscerlo, ma per conoscerlo devi studiarlo e, spesso, per studiarlo devi spendere dei soldi.
Io l’ho fatto con decine di corsi e centinaia di ore di fronte allo schermo.
Quando ho iniziato a vivere con i lavori sul web alcune possibilità mi erano precluse, senza un’approfondita indagine e settimane di scavi e ricerche.
Oggi, sdoganate certe tecniche e ampliatosi il bacino degli interessati, esistono (per fortuna, direi!) delle offerte formative complete di facile accesso, studiate specificatamente per l’ambito che ti interessa.
Il lavoro di separazione del grano dalla pula, ovvero la selezione e la disposizione in un ordine metodologicamente corretto, è già a tua disposizione, perché l’ha già fatto qualcun altro!
Dal punto di vista dell’apprendimento non dovrai che seguire una strada già tracciata.
Il miglior corso in Italia sull’Affiliate Marketing
Tra tutte le risorse presenti in rete, sono certissimo che il miglior corso in assoluto per chi vuole intraprendere il bellissimo (e impegnativo) lavoro dell’affiliate marketer sia il corso di Fillippo Martin, Roi Martin.
Qui di seguito il video ufficiale di presentazione del corso:
Ne ho già parlato in altre sedi e te ne ho già accennato all’inizio dell’articolo, perché lo ritengo davvero il più affidabile, serio e competente percorso d’accesso al mondo delle affiliazioni.
Corsi approfonditi e con un taglio ben definito, qualitativamente eccellenti e ben strutturati.
Il vantaggio del bundle di Roi Martin, rispetto ad altri presenti in rete, è l’approccio sempre orientato all’affiliate e all’immediata applicazione.
Imparerai a maneggiare Facebook Ads, Google Ads, a creare un blog con WordPress, ad avvicinarti alla SEO e al keyword research, a maneggiare le tecniche di copywriting emozionale e persuasivo, a realizzare landing pages che convertono, a predisporre gli indispensabili autoresponder e i chat bot, oltre ad avvantaggiarti di tutte le tecniche del marketing automation!
Ho parlato con Filippo e sono riuscito ad ottenere un coupon del 30% riservato ai miei lettori. Ti sarà sufficiente inserirlo in fase d’acquisto per risparmiare parecchio 😀
Codice sconto 30%: eduardzabara
Clicca qui per maggiori informazioni circa il corso Roi Martin
Tutto questo, te lo ripeto, è sempre declinato in ottica affiliazioni.
Il percorso, dunque, ha un fine ben preciso e gli strumenti, i tool, le tecniche apprese saranno immediatamente applicabili sul campo.
Un altro non trascurabile punto a favore di ROI Martin è l’eccellente rapporto qualità/prezzo. L’investimento è davvero minimo se paragonato ad altri con contenuti simili ma con costi anche 10 volte superiori.
Ciò nulla toglie alla qualità delle lezioni e per questa ragione l’ho selezionato come, al momento, la miglior risorsa presente in rete!
Io stesso, dopo aver seguito gli insegnamenti presenti nel corso, sono riuscito ad incrementare notevolmente i miei profitti. A breve scriverò un articolo più completo per recensire Roi Martin ed includerò alcune delle mie dashboard che evidenziano i risultati che ho raggiunto applicando le varie tecniche che ho appreso.
Il mio consiglio, quindi, è di partire proprio da qui!

A proposito di applicazione pratica: visto le molte competenze che si devono acquisire, spesso c’è il rischio che chi si approccia a questa materia tenda a rimanere nel limbo del cosiddetto “apprendimento continuo” senza mai passare dalla teoria alla pratica.
Se lo studio costante è importantissimo e imprescindibile, oltretutto in un’epoca liquida in cui non esiste più nulla di fisso e immutabile, è altrettanto vero che le ossa si continua a farsele sul campo.
Se il corso di Roi Martin ha un’altro vantaggio è proprio quello dell’approccio pratico.
Scopri di più sul corso ROI Martin
Tuttavia, per quanto tu possa leggere e studiare, per quanto il lavoro di Roi Martin ti indichi già quali errori evitare (perché lui li ha commessi prima di te) dovrai comunque sporcarti le mani, passare all’azione, provare e metterti in gioco.
Ricordati che, davvero, l’unico limite è la fantasia, perché il bacino potenziale di utenti è talmente elevato che gli approcci, le strategie e le possibilità di guadagno sono quasi infinite!
Partire da Amazon
Per esempio, potresti partire dalle affiliazioni Amazon: come ti ho detto sono sicure, puntuali, il sistema è ben realizzato e troverai certamente soddisfazione nello sperimentare con il loro programma affiliati. Potrai effettivamente, lavorare su miliardi di oggetti, dedicandoti alla nicchia che più ti interessa.
Ci sono due vie privilegiate: blog e video. Quest’ultimo è certamente quello che richiede più competenze tecniche ma è un trend in crescita e sicuramente è il più remunerativo.
Dovrai essere in grado di crearti un tuo pubblico (ricordati che l’unboxing e le recensioni tirano moltissimo!) per poter monetizzare, ma questa è sicuramente una via da percorrere.
Il paid advertising è un’altra interessante strada che ha due aspetti positivi: non dovrai necessariamente crearti un tuo blog o vlog e non per forza dovrai metterci la faccia direttamente. A te la scelta!
Network di affiliazione o affiliazione diretta?
Un’altra questione molto discussa è la scelta fra programmi di affiliazione proprietari e network di affiliazione.
Come avrai già capito leggendo il resto di questo articolo (sei venuto direttamente in questo paragrafo? No, vero? 😀 ) le reti di affiliazione che riuniscono più offerte all’interno di una sola piattaforma garantiscono una pluralità di oggetti, prodotti e servizi su cui lavorare.
Inoltre hanno politiche molto sicure, aree di gestione in cui potrai controllare l’andamento dei tuoi profitti e pagamenti garantiti.
Spesso, tuttavia, le percentuali di guadagno sono meno elevate rispetto ai sistemi proprietari.
Questi ultimi garantiscono fee anche del 25/30% fino ad arrivare addirittura all’80%, ma potrebbero non essere perfettamente affidabili nei pagamenti e nella tracciatura.

Nel paragrafo precedente ti ho parlato di Worldfilia (ho anche scritto una guida dedicata in merito che ti consiglio vivamente di leggere, perché è completa e esauriente) e di altri marketplace dedicati alle affiliazioni.
Proprio Worldfilia, secondo me, è un altro dei punti di partenza indispensabili per farsi le ossa e iniziare a muovere i primi passi nel mondo delle affiliazioni.
Essendo uno dei migliori network in Italia, direi che è quasi una tappa obbligata.
La piattaforma funge da intermediario tra advertiser e publisher e mette a disposizione centinaia di prodotti da sponsorizzare. Si giova inoltre di un sistema di tracciamento ben fatto, sicuro e testato.
Puoi iniziare ad utilizzare Worldfilia cliccando qui!
Un altro essenziale punto di partenza sono sicuramente le Facebook Ads: stiamo parlando di uno dei modi più soddisfacenti di approcciarsi al marketing.
Ti consiglio di seguire il corso di Roi Martin dedicato (nel caso in cui tu non voglia acquistare il bundle completo che contiene anche questo specifico argomento).
Il corso Facebook Ads di Filippo Martin è sicuramente uno dei migliori a disposizione sul mercato.
In alternativa nella sezione Consulente Facebook ADS del mio articolo troverai altri corsi e alternative formative, soprattutto se hai un budget più ridotto da investire.
Ovviamente, poiché la qualità si paga sempre, spetta a te decidere con che materiale costruire le fondamenta del tuo futuro.
Prima di avviarci alle agognate conclusioni, voglio però darti qualche ulteriore suggerimento.
Sistemi di tracciamento
Anzitutto il sistema di tracking: senza di esso non andrai da nessuna parte!
Per tracking si intende il tracciamento dei risultati di un’azione di marketing: si possono tracciare le conversioni, i click, gli acquisti, le iscrizioni alla mailing list e così via…
Analytics è certamente il più interessante tool gratuito da inserire sul tuo sito web, poiché possiede un’enormità di metriche e dati da studiare per poter comprendere l’andamento del tuo sito web o di determinati obiettivi che ti sei prefissato.

Anche il Pixel di Facebook è fondamentale in tal senso, poiché ti permetterà di raccogliere un’infinità di dati che potrai utilizzare al meglio per targettizzare alla perfezione il tuo pubblico.
Come avrai capito dai paragrafi precedenti le Facebook Ads devono essere perfettamente focalizzate su un pubblico definito per funzionare alla grande e non farti sperperare denaro.
Fondamentale è anche il Pixel di Google Ads, come, in generale, tutti i sistemi di tracking che permettono di ricavare dati sul flusso di utenti e sulle abitudini, sulle tipologie di interazione e così via.
Nel corso bundle di Roi Martin è dato amplissimo spazio anche a questo fondamentale tema.
In ogni caso esiste anche un tool specifico per il tracciamento dedicato esclusivamente all’affiliate e si chiama Voluum, un saas di tracking davvero avanzato e ben fatto con un’interfaccia semplice e intuitiva. Il migliore in assoluto sul mercato.
Un altro consiglio che mi sento di darti, una volta che sarai arrivato a guadagnare almeno (parlo di netto, ovviamente) 500 € al mese, è iscriverti a Stack That Money.
Quando ti dico 500 Euro mensili di guadagno intendo semplicemente una cifra simbolica che però rappresenta il fatto che non sei alle prime armi (sei già a ROI) e che, di conseguenza, puoi permetterti di apprendere anche tecniche più avanzate.
Stack That Money è infatti un form a pagamento (100$ al mese) frequentato dai migliori marketer al mondo.
È una community davvero molto, molto interessante dove è possibile apprendere moltissimo.
La peculiarità di questa piattaforma è che tutti condividono esperienze e casi studio, ma soprattutto, con i soldi raccolti dagli abbonamenti, vengono pagati i migliori affiliate marketer al mondo per scrivere post di valore riguardo a esperienze, tecniche e strategie per portare in profitto le proprie campagne.
Facci un giro quando avrai avviato il tuo business in maniera profittevole!
Alcuni altri interessanti luoghi da visitare sono i seguenti:
– Offervault, la prima delle due web directory che ti suggerisco di visitare, in cui si possono scovare e identificare network di affiliazione validi e, magari, non troppo inflazionati. Sicuramente è un luogo in cui scoprire nuove offerte da promuovere.
Si tratta quindi di un vero e proprio motore di ricerca per i professionisti dell’affiliate marketing: scoprirai centinaia di campagne CPA (Cost Per Action: vieni pagato al compimento, da parte dell’utente, di un’azione predefinita) e offerte COD su cui lavorare! Potrai cercare e confrontare migliaia di offerte delle migliori aziende in campo affiliate marketing;
– Affbank, simile al precedente, include moltissime offerte CPA, CPL (Cost Per Lead: verrai pagato quando l’utente completerà un form o si iscriverà a una newsletter e CPI (Cost Per Install: riceverai la tua fee per ogni installazione eseguita) in ambito affiliate.
Stiamo parlando di un altro motore di ricerca completo e dedicato al mondo delle affiliazioni in cui individuare importanti opportunità per il tuo business.
Conclusioni, ovvero che cosa tenere assolutamente a mente di tutta questa lunga guida
Giunti quasi alla fine di questo articolo, inizio già a essere nostalgico.
Ogni volta che sto per concludere una guida come questa mi tornano alla mente le lunghe giornate passate ad idearla, le infinite idee e le moltissime esperienze che ho dovuto condensare in un singolo post, senza scrivere ogni volta un libro.
E poi mi salgono migliaia di dubbi: avrò detto tutto? Sarò stato abbastanza chiaro ed esaustivo? Avrò strutturato la guida in maniera logica e coerente?
Questo me lo potresti dire tu, scrivendomelo nei commenti qui sotto, che ti invito ad utilizzare anche per qualsiasi dubbio o necessità di approfondimento!
Ovviamente, se hai apprezzato il mio lavoro, condividilo con i tuoi contatti e con tutti coloro che credi potrebbero essere interessati e, sempre a condizione di averti fornito informazioni utili e di valore, iscriviti alla mia newsletter, perchè in cantiere ci sono grandissime novità e altrettanti approfondimenti sul mondo dell’affiliate marketing!
MI ISCRIVO! Non voglio perdermi nessuna delle nuove guide sull’affiliate marketing!
Inutile ti dica che odio lo spam quanto te, vero? Avrai sentito dire mille volte questa frase quindi, da un addetto ai lavori, spero che tu la consideri scontata!
Bene, ora però, proprio perché vorrei che di un post così lungo rimanessero i concetti fondamentali, voglio provare a riassumere per punti ciò di cui abbiamo parlato e ciò che devi assolutamente tenere a mente.
- L’affiliate marketing è un approccio al marketing che sta fruttando risultati molto interessanti e che potrebbe cambiarti la vita dandoti libertà e, soprattutto, rendite passive (te ne ho parlato nell’introduzione)
- Approccio olistico e corretto mindset sono due elementi fondamentali da tenere in considerazione per poter entrare anche tu nella categoria dei cosiddetti new rich e guadagnare migliaia di euro con le affiliazioni (trovi questi concetti nel secondo paragrafo)
- Ci sono moltissimi modi di fare affiliate, ma il più interessante e profittevole è quello che passa attraverso l’acquisizione di traffico utilizzando il paid advertising. Ricordi? PROGRAMMA DI AFFILIAZIONE + ANNUNCI A PAGAMENTO = ENORME PROFITTO. (Te ne ho parlato nel terzo e quarto paragrafo)
- Le fonti di traffico, quindi il flusso dei visitatori, sono un punto cardine su cui devi lavorare. Ti parlo esattamente di quali sono e di come sfruttarle nel quinto paragrafo di questa guida. Facebook Ads, Google Ads, Native e Media Buying sono i termini di riferimento. Ricordati bene anche i concetti di ROI, BEP e il prezioso suggerimento sul pay bump.
- Nel sesto paragrafo ti spiego quali sono le piattaforme e i mercati più proficui per lavorare sulle affiliazioni, che cosa vendere e quali realtà del web guardare con più attenzione.
- Il settimo e ultimo paragrafo riguarda gli aspetti pratici: come guadagnare e da dove partire. Ho cercato di concentrare il più possibile informazioni, tool, corsi, piattaforme e consigli per chi si approcciasse a questo mondo. Resta fondamentale, a mio avviso, il corso bundle di ROI Martin, ma non mi fermerei solo a quello. In questo paragrafo ho davvero cercato di informarti su quelli che considero i migliori percorsi per iniziare a lavorare con le affiliazioni.
Prima di salutarti, però, voglio dirti un’ultimissima cosa: cerca di imparare ma non fermarti mai al mero studio, alla pura teora. Metti le mani in pasta sin da subito e fallo con mente aperta e voglia di sbagliare. Solo così potrai migliorare.
Concentrati sull’idea di creare entrate passive da subito così da poterti dedicare il più possibile a nuovi progetti, avendo alle spalle un introito sicuro.
Moltissimo tempo dovrai passarlo a escogitare nuove forme di business, inventare campagne, studiare e applicare strategie.
Soprattutto dovrai auto-educarti all’errore e, quando avrai avviato la tua impresa, goderti tutto il tempo libero che questa professione sa regalarti.
Ah…ricordati che è davvero importante il mindset, l’approccio che dovrai assolutamente adottare: esci dagli automatismi, esci dalla tua zona di comfort, osa, guarda la realtà con occhi non acclimatati e cerca soluzioni out of the box.
Uno dei più importanti designer e artisti italiani, Bruno Munari, era solito affermare:
«Quando qualcuno dice “questo lo so fare anch’io”, vuol dire che lo sa rifare altrimenti lo avrebbe già fatto prima».